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20 luglio 2013

FARIDOON SHAHRYAR: INTERVISTA ESCLUSIVA


(English text at the bottom)

Lo avrete visto in azione in centinaia di filmati: Faridoon Shahryar è uno dei volti più noti del giornalismo indiano. Responsabile della sezione video del sito Bollywood Hungama, Faridoon ha intervistato tutte le superstar e le celebrità del cinema popolare in lingua hindi. I suoi modi estremamente educati hanno conquistato schiere di appassionati. E non dimentichiamo la gentilezza che Faridoon riserva ai fan stranieri: è grazie a lui se sono riuscita a porre qualche domanda a divi altrimenti irraggiungibili come Amitabh Bachchan, Ajay Devgan, Vidya Balan, Saif Ali Khan, Ram Gopal Varma, Deepika Padukone, R. Balki, Arbaaz Khan, eccetera.
Forse non sapete che Faridoon Shahryar è anche paroliere e cantante. In passato vi ho segnalato alcuni suoi brani. Recentemente Faridoon ha coronato il sogno di realizzare un album, e ce lo presenta in questa intervista esclusiva.

1 - Per favore, ci racconti la sua esperienza in ambito musicale precedente alla realizzazione del suo primo album.
Ho sempre avuto inclinazione per la musica. Ho appreso la musica classica dalla tradizione musicale nota come Agra Atrauli Gharana, dal momento che, per qualsiasi tipo di musica (ma soprattutto per il canto), una base classica è fondamentale. Ho partecipato a concorsi, mi sono esibito dal vivo, ho poi composto, prodotto e interpretato più di un centinaio di jingle per la pubblicità.

2 - La musica delle sue canzoni è di Navneet Kedar. Cosa può dirci di lui? Com'è nato il vostro sodalizio?
Conosco Navneet da quando avevo 12 o 13 anni. Lui mi ha fatto ascoltare musica di ogni genere, occidentale, rock, pop, ghazal (*), colonne sonore indiane, eccetera. Lui è ingegnere, con una sensibilità musicale pazzesca. Gestisce uno studio di registrazione nella mia città d'origine, Aligarh. Navneet ed io cominciammo a registrare le opere poetiche di mio padre, il professor Shahryar, circa cinque anni fa. Abbiamo registrato parecchi nazm (**) e ghazal. Sette di queste canzoni sono state presentate dal noto portale musicale Artist Aloud. I video di due di questi brani, Wo Andheri Raat Ki Chaap Thi e Palkon Ko Bhigoyen Kaise, sono già stati visualizzati più di 200.000 volte.
(*) Uno dei generi più celebri della musica classica indiana. In parole estremamente povere, si tratta di tradurre in musica delle opere poetiche, i ghazal, che rispondono a regole di composizione e di contenuto ben precise. (Nota di Cinema Hindi)
(**) Il nazm è, insieme al ghazal, il genere principale della poesia in lingua urdu. (Nota di Cinema Hindi)

3 - Suo padre, il professor Shahryar, era un poeta in lingua urdu. La poesia urdu vanta un'illustre tradizione ed è tutt'oggi molto amata. Suo padre le ha mai confidato cosa rappresentasse per lui la poesia?
Sì, lui aveva l'abitudine di recitarmi tutte le sue opere. In effetti io sono sempre stato il primo ad ascoltarle. Discorrevamo di poesia nel dettaglio. Io ho scritto poesie in inglese per più di 20 anni ormai, e le ho pubblicate in vari Paesi.

4 - Quando ha iniziato a tradurre in canzoni le opere di suo padre? Suo padre cosa ne pensava?
Circa 13 anni fa, con Shab-E-Gham Kya Karein. Di recente l'ho registrata con l'arrangiamento musicale di Navneet, e a mio padre era piaciuta davvero molto. L'aveva memorizzata nel suo cellulare e l'ascoltava in continuazione. Altre due canzoni che è riuscito ad ascoltare prima di morire sono state Naseem-E-Soobh Ro Rahi Hai e Palkon Ko Bhigoyen Kaise.

5 - Qual è stato il criterio adottato nel selezionare le poesie da trasformare in canzoni per il suo album?
Navneet ed io eravamo ben decisi del fatto che non avremmo operato una selezione con lo scopo di compiacere qualcuno. Abbiamo scelto testi poetici seri, di significato profondo e di forma raffinata. Abbiamo registrato un pezzo alla volta, senza fretta, impiegando uno o due mesi per ciascun brano: composizione, arrangiamento musicale, registrazione e mixing definitivo.

6 - Quante sono le canzoni incluse nell'album? Può dirci il titolo dell'album e l'argomento di ciascuna canzone?
Artist Aloud ha da tempo presentato sette pezzi. Il titolo dell'album è Palkon Ko Bhigoyen Kaise. I brani sono i seguenti:
4) Naseem-E-Soobh Ro Rahi Hai
7) Kahin Kuch Kam Hai.
L'argomento di quasi tutte le canzoni è astratto e di difficile definizione. I testi trattano di solitudine, senso della vita e di vuoto, emozioni notturne, eccetera.

7 - Cosa prova quando interpreta dal vivo queste canzoni?
Mi piace moltissimo. Vorrei cantarle in pubblico il più possibile, magari un giorno anche in Italia.

8 - In India, la musica al di fuori delle colonne sonore ha vita dura. Sopravvive la tradizione classica, ma il pop, il rock o la dance (per citare solo alcuni generi) stentano a guadagnarsi spazio e a reperire investimenti. Secondo lei, cos'andrebbe fatto per stimolare nell'ascoltatore indiano l'interesse per la musica non da film?
I canali radiofonici e televisivi e gli organizzatori di eventi dovrebbero sostenerla di più. Negli anni novanta la musica indipendente funzionava tantissimo in India, ma oggi è praticamente inesistente. Manca la fiducia da parte degli investitori. Spero proprio si tratti di un fenomeno solo temporaneo.

9 - L'ascoltatore interessato alla musica indipendente indiana, come può accedervi? Esistono pubblicazioni, canali radiofonici o siti internet che le dedicano spazio? MTV India è sensibile all'argomento?
Artist Aloud sta facendo un ottimo lavoro al riguardo, ma le etichette e i canali musicali non offrono grande sostegno.

10 - Ha ascoltato i brani che sta realizzando Priyanka Chopra per il suo debutto sulla scena pop occidentale? Cosa ne pensa?
In my city mi piace un sacco. Priyanka ha l'atteggiamento e la stoffa da pop star internazionale. Himesh Reshammiya sta per pubblicare un album in inglese, @Da Edge. Ho ascoltato alcuni pezzi, e ritengo abbiano grande potenziale.

11 - Le sue interviste alle star del firmamento hindi sono ormai diventate una piacevole abitudine quotidiana per tutti gli appassionati di cinema indiano. Ora come si sente ad essere lei l'intervistato? Eccitato? Annoiato dalle domande sempre uguali che le vengono poste?
Mi piace moltissimo essere intervistato. Quando tocca a me intervistare, cerco sempre di non dare mai per scontate le celebrità che incontro, e neppure di prendere le interviste alla leggera. Godo di ogni opportunità, ed è questo l'atteggiamento che mantengo anche se sono io ad essere intervistato.

Ringrazio Faridoon Shahryar per la sua infinita disponibilità.
 

29 giugno 2010

GIULIANO MODARELLI: INTERVISTA ESCLUSIVA

Giuliano Modarelli è un chitarrista milanese residente da dieci anni a Leeds, in Gran Bretagna. Appassionato di musica classica indiana, ha collaborato alla colonna sonora di Little Zizou.


Giuliano Modarelli vanta un'esperienza musicale che spazia dal jazz alle sonorità latine, dall'afro al reggae, passando per il blues, il folk e il rock. In questa sede approfondiremo il suo legame con la musica indiana. Modarelli è uno dei fondatori del gruppo di crossover Indian-world Samay.

1 - Per favore, può presentarci la colonna sonora di Little Zizou?
La colonna sonora è un insieme di brani con influenze musicali provenienti da diverse parti del mondo, ma principalmente ispirati dalla musica classica indiana. È stata composta da Bickram Ghosh, percussionista indiano di rilievo, e registrata in parte in Inghilterra e in parte in India.

2 - È insolito che un musicista italiano firmi la colonna sonora di un film indiano. Com'è nata questa collaborazione?
Little Zizou non era ancora terminato. Bickram, nel 2007, al termine di un concerto a Londra nel quale suonammo insieme, mi chiese di recarmi allo studio di Peet Locket e di registrare qualche pezzo. Non sapevo di più del progetto. Riguardo ai brani che ho composto (o per meglio dire: improvvisato), mi era stata data carta bianca. Solo indicazioni generali sull'atmosfera che si voleva creare. Jesse Banister (sassofonista inglese che suona musica classica indiana) ed io abbiamo scritto cinque o sei pezzi e diversi assoli. Bickram ha poi portato il materiale in India e ha aggiunto una varietà di strumenti tradizionali.

3 - Ha suggerito lei i brani italiani inclusi nella pellicola?
Non in modo diretto: Bickram, ispirato dalla nostra collaborazione, ha mostrato un grande interesse per la musica tradizionale italiana e mediterranea. Abbiamo avuto diverse conversazioni sull'argomento.

4 - Può dirci la sua opinione sul film?
Little Zizou è una bella storia costruita attorno alla comunità parsi, e diretta in maniera quasi fumettistica. Ritengo sia davvero una grande pellicola, originale, lontana da molti dei cliché del cinema bollywoodiano.

5 - Lei è un appassionato di musica classica indiana, ma qual è il suo rapporto con l'hindi pop? Ascolta le colonne sonore bollywoodiane?
Ascolto principalmente le colonne sonore che vanno dagli anni cinquanta agli anni settanta. Le sonorità utilizzate erano molto vicine alla classica e al folk. Le colonne sonore più recenti hanno perso quell'elemento tradizionale: sono troppo omogenee e colme di stereotipi musicali.

6 - Sempre in ambito hindi pop, quali sono i compositori e gli interpreti vocali che apprezza?
Sono un grande fan di A.R. Rahman e di Shankar Mahadevan. In ambito classico amo L. Shankar, Ajoy Chakraborty, Ali Akbar Khan, Hariprasad Chaurasia.

7 - Ritiene che l'hindi pop possa conquistare il pubblico occidentale e in particolare quello italiano?
Penso di sì, magari presentato in maniera più acustica e meno elettronica. Ho discusso parecchio in India sulla scelta dei suoni in fase di produzione. I gusti sono essenzialmente diversi.

8 - Che cosa ha acceso il suo interesse per l'India? Ha in programma qualche altro progetto in quel Paese?
In Inghilterra suono con una band di musicisti indiani che si chiama Samay. Viaggiamo regolarmente in Europa e in India per concerti, sia come collettivo che a livello individuale. Ho collaborato ad altre colonne sonore (The diamond murders, film in lingua bengali). Vado spesso in India per motivi di studio e professionali. Collaboro attivamente con diversi artisti (Paban Das Baul, Bickram Ghosh, Purbayan Chatterjee, Tarun Bhattacharya e molti altri). Collaboro regolarmente con l'Istituto Culturale Italiano che organizza concerti. E grazie all'Istituto, recentemente ho iniziato a lavorare per un centro culturale a Jodhpur - CRN Productions - che promuove scambi fra artisti europei ed artisti classici e folk indiani. Penso che il mio legame con l'India sia a vita...

Ringrazio Giuliano Modarelli per la disponibilità.

17 dicembre 2009

SWANAND KIRKIRE: INTERVISTA ESCLUSIVA


Un uomo dai mille talenti: Swanand Kirkire è paroliere, sceneggiatore, cantante e attore. È lui a firmare i deliziosi testi dei brani che compongono la frizzante colonna sonora del prossimo film prodotto da Vidhu Vinod Chopra, 3 idiots, con Aamir Khan, Madhavan e Sharman Joshi. Kirkire ha gentilmente acconsentito a raccontarci qualcosa di più sulle canzoni che in India stanno conquistando gli appassionati di cinema e di musica.

Aline - Una curiosità: cosa sta ascoltando col suo iPod?
Kirkire - Di sicuro non la colonna sonora di 3 idiots, dal momento che, quando l'ascoltavo, ero il solo a farlo (ride). E ora che tutti l'ascoltano, io mi dedico ad altro: alla musica classica indiana. Sto imparando ad apprezzare anche la musica classica occidentale. Inoltre ascolto i miei preferiti di sempre: R.D. Burman e le canzoni di Gulzar Sahab. Quel genere di buona musica è proprio pane per i miei denti.

Aline - Lei ha collaborato spesso con il compositore Shantanu Moitra e con il regista Rajkumar Hirani. Per favore, ci dica quali sono gli aspetti che rendono piacevole lavorare con loro e come siete finiti col diventare una squadra.
Kirkire - La collaborazione con Shantanu e con Raju è di vecchia data, così come quella con Vidhu Vinod Chopra. Insieme ne abbiamo fatta di strada. Ho collaborato con loro a quattro pellicole: 3 idiots è il mio secondo film con Raju e il quarto con Vinod Chopra. Per quanto riguarda le colonne sonore, basta dare un'occhiata alla nostra discografia per verificare che Shantanu ed io abbiamo sempre lavorato assieme. Per Raju avevamo già composto i brani della pellicola Lage Raho Munna Bhai. Shantanu ed io siamo innanzitutto amici, condividiamo le stesse idee, rispettiamo reciprocamente i nostri spazi, e, a differenza di quanto solitamente accade a Bollywood, siamo stati coinvolti nel progetto di 3 idiots sin dall'inizio. Mentre Raju scriveva la sceneggiatura, noi due cercavamo il giusto sound per il film e componevamo le canzoni. È così che è nata Give me some sunshine, molto prima della stesura finale della sceneggiatura. Raju voleva qualcosa di adatto per 3 idiots: ascoltando i brani della colonna sonora si nota subito la loro semplicità, sia da un punto di vista musicale che poetico. Non cercavamo complicazioni: desideravamo mantenere l'atmosfera da college e renderli di facile approccio, come se fossero gli studenti stessi ad improvvisare alla chitarra e a sperimentare nuovi accordi.

Aline - Secondo lei in quale modo i cantanti hanno contribuito alle canzoni?
Kirkire - Sono tutti interpreti superbi. Hanno arricchito moltissimo la colonna sonora. Ad esempio, Jaane Nahin Denge poteva essere cantata solo da Sonu Nigam e da nessun altro. È una canzone che alterna tonalità basse e molto alte: la passione raggiunge quelle altezze e poi, contemporaneamente, precipita. Shreya Ghoshal è un'altra fantastica interprete. Quanto a Shaan... beh, posso dire che il contributo di tutti loro è stato meraviglioso e fondamentale. Per un paroliere come me, il momento più bello è ascoltarli cantare, perché noi parolieri scriviamo un brano con carta e penna, il compositore lo prova con noi alla chitarra, poi si passa alla registrazione, ma la fase finale, quando l'interprete lo canta... quello è un momento magico: il cantante trasforma la canzone in qualcosa di diverso, in un prodotto artistico che finalmente si completa. Sonu e gli altri mi hanno davvero commosso.

Aline - In quali aspetti questa colonna sonora è diversa da quelle a cui ha collaborato in precedenza?
Kirkire - È molto diversa. I testi di Parineeta erano più lirici, quelli di Lage Raho Munna Bhai più da Bombay tapori (*). In Khoya Khoya Chand c'è molta poesia in lingua urdu: la pellicola descriveva l'industria cinematografica degli anni cinquanta e sessanta. Questo è ciò che voglio: cambiare a seconda del film o della sceneggiatura. I testi dei brani di 3 idiots sono molto informali e vanno dritti al cuore. Non appare nessun ornamento poetico. In queste canzoni, quello che si ha da dire lo si dice e basta, non importa se in inglese, in marathi o in un'altra lingua. I brani di 3 idiots vanno a segno con grande semplicità e non contengono artifici linguistici. Nessuna velleità lirica ma filosofia spicciola, come in Aal Izz Well.

Aline - Come ha coniato lo slogan Aal Izz Well? Il suo buffo spelling era già incluso nella sceneggiatura?
Kirkire - Sì, era nella sceneggiatura. Grande idea per il film. Dinanzi a difficoltà da superare Aamir Khan lo ripete a tutti. Raju, da ragazzo, ha vissuto in una città di provincia. Là c'era un guardiano notturno che aveva l'abitudine di gridare Aaaaal izzzz well! durante la notte. Così i ragazzi pensavano 'se tutto va bene, possiamo andare a dormire'. E davvero tutto andava bene, sapete? (ride). La frase è scritta seguendo la pronuncia colloquiale (Kirkire insegna ad Aline come pronunciarla correttamente). Aal izz well!

Aline - Sappiamo che Sharman Joshi ha prestato la voce in Give me some sunshine. Il regista, il produttore e/o gli altri attori hanno contribuito alle canzoni? Se sì, in quale modo?
Kirkire - L'aspetto migliore della collaborazione con Rajkumar Hirani, con Vidhu Vinod Chopra e con gli altri, è che è stata davvero una collaborazione, un lavoro comune. Shantanu ed io ci siamo occupati della musica e dei testi dei brani, ma ci sono stati contributi da parte di tutti. In Give me some sunshine, poi, Shantanu ha scritto quasi interamente il testo in inglese.

Aline - Per favore, ci racconti qualcosa dell'interpretazione di Sonu Nigam di Jaane Nahin Denge.
Kirkire - Sonu è davvero meraviglioso e ha fatto un grande lavoro. Ha compreso al volo la situazione particolare narrata in 3 idiots in quel momento, ha ascoltato la canzone una volta e poi ha dichiarato: 'Ho bisogno di tempo'. Per 30/45 minuti si è chiuso in una stanza dello studio al buio, chiedendo a tutti di lasciarlo solo. Poi ci ha raggiunti e ha cantato. Sonu si comporta sempre così. Da un punto di vista tecnico, è il miglior cantante che l'India abbia mai avuto.

Aline - Per il testo di Behti Hawa Sa Tha Woh ha tratto ispirazione dalle sue esperienze personali?
Kirkire - È nato in modo molto naturale quando mi hanno raccontato la situazione nel film che doveva commentare. Nella vita capita di incontrare persone felici e spensierate, che non scendono mai a compromessi e che fanno solo ciò che il cuore le spinge a fare. Che non seguono norme stupide. Mi sono ispirato a queste persone, e tutto è stato facile perché le ho confrontate con me. A causa loro sono diventato un altro 'idiota' (ride).

Aline - Quali sono i suoi progetti futuri?
Kirkire - La colonna sonora di Paa è pronta. È stata un'esperienza di tutt'altro tipo, con canzoni completamente diverse. È già nei negozi e si può acquistare anche in internet. La prima di Paa è fissata per il 3 dicembre (**). Ho in ballo altri due o tre progetti, ma è prematuro parlarne.

Intervista raccolta da Aline con la collaborazione di Joanna.

(*) Il tapori è una forma slang di hindi parlata principalmente a Mumbai dai criminali di strada e dai mafiosi. La lingua hindi ne è la base, ma per il lessico e la pronuncia vi sono contributi anche delle lingue inglese, marathi, gujarati, e delle lingue indiane del sud. (Nota di Cinema Hindi)
(**) Aline aveva pubblicato il testo originale inglese il 29 novembre 2009 (nota di Cinema Hindi).