29 giugno 2010

GIULIANO MODARELLI: INTERVISTA ESCLUSIVA

Giuliano Modarelli è un chitarrista milanese residente da dieci anni a Leeds, in Gran Bretagna. Appassionato di musica classica indiana, ha collaborato alla colonna sonora di Little Zizou.


Giuliano Modarelli vanta un'esperienza musicale che spazia dal jazz alle sonorità latine, dall'afro al reggae, passando per il blues, il folk e il rock. In questa sede approfondiremo il suo legame con la musica indiana. Modarelli è uno dei fondatori del gruppo di crossover Indian-world Samay.

1 - Per favore, può presentarci la colonna sonora di Little Zizou?
La colonna sonora è un insieme di brani con influenze musicali provenienti da diverse parti del mondo, ma principalmente ispirati dalla musica classica indiana. È stata composta da Bickram Ghosh, percussionista indiano di rilievo, e registrata in parte in Inghilterra e in parte in India.

2 - È insolito che un musicista italiano firmi la colonna sonora di un film indiano. Com'è nata questa collaborazione?
Little Zizou non era ancora terminato. Bickram, nel 2007, al termine di un concerto a Londra nel quale suonammo insieme, mi chiese di recarmi allo studio di Peet Locket e di registrare qualche pezzo. Non sapevo di più del progetto. Riguardo ai brani che ho composto (o per meglio dire: improvvisato), mi era stata data carta bianca. Solo indicazioni generali sull'atmosfera che si voleva creare. Jesse Banister (sassofonista inglese che suona musica classica indiana) ed io abbiamo scritto cinque o sei pezzi e diversi assoli. Bickram ha poi portato il materiale in India e ha aggiunto una varietà di strumenti tradizionali.

3 - Ha suggerito lei i brani italiani inclusi nella pellicola?
Non in modo diretto: Bickram, ispirato dalla nostra collaborazione, ha mostrato un grande interesse per la musica tradizionale italiana e mediterranea. Abbiamo avuto diverse conversazioni sull'argomento.

4 - Può dirci la sua opinione sul film?
Little Zizou è una bella storia costruita attorno alla comunità parsi, e diretta in maniera quasi fumettistica. Ritengo sia davvero una grande pellicola, originale, lontana da molti dei cliché del cinema bollywoodiano.

5 - Lei è un appassionato di musica classica indiana, ma qual è il suo rapporto con l'hindi pop? Ascolta le colonne sonore bollywoodiane?
Ascolto principalmente le colonne sonore che vanno dagli anni cinquanta agli anni settanta. Le sonorità utilizzate erano molto vicine alla classica e al folk. Le colonne sonore più recenti hanno perso quell'elemento tradizionale: sono troppo omogenee e colme di stereotipi musicali.

6 - Sempre in ambito hindi pop, quali sono i compositori e gli interpreti vocali che apprezza?
Sono un grande fan di A.R. Rahman e di Shankar Mahadevan. In ambito classico amo L. Shankar, Ajoy Chakraborty, Ali Akbar Khan, Hariprasad Chaurasia.

7 - Ritiene che l'hindi pop possa conquistare il pubblico occidentale e in particolare quello italiano?
Penso di sì, magari presentato in maniera più acustica e meno elettronica. Ho discusso parecchio in India sulla scelta dei suoni in fase di produzione. I gusti sono essenzialmente diversi.

8 - Che cosa ha acceso il suo interesse per l'India? Ha in programma qualche altro progetto in quel Paese?
In Inghilterra suono con una band di musicisti indiani che si chiama Samay. Viaggiamo regolarmente in Europa e in India per concerti, sia come collettivo che a livello individuale. Ho collaborato ad altre colonne sonore (The diamond murders, film in lingua bengali). Vado spesso in India per motivi di studio e professionali. Collaboro attivamente con diversi artisti (Paban Das Baul, Bickram Ghosh, Purbayan Chatterjee, Tarun Bhattacharya e molti altri). Collaboro regolarmente con l'Istituto Culturale Italiano che organizza concerti. E grazie all'Istituto, recentemente ho iniziato a lavorare per un centro culturale a Jodhpur - CRN Productions - che promuove scambi fra artisti europei ed artisti classici e folk indiani. Penso che il mio legame con l'India sia a vita...

Ringrazio Giuliano Modarelli per la disponibilità.

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