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30 novembre 2009

3 IDIOTS

Il compositore Shantanu Moitra e il paroliere Swanand Kirkire - noti per 'Parineeta' e per 'Lage Raho Munna Bhai' - sono tornati con un festoso botto.


Divertente in modo non convenzionale. Sincero. Irresistibile. Aggettivi che ben si associano ai film diretti da Rajkumar Hirani, e che ora possiamo estendere anche alla colonna sonora di 3 idiots. L'album, spensierato ma concreto, trasporta gli ascoltatori ai tempi felici dell'università e al ricordo dei vecchi compagni.

Una giornata di sole dà il calcio d'inizio. Con una melodia stimolante ed uno slogan efficace, gli studenti esprimono la loro filosofia di vita: davvero, bhaiyya, Aal Izz Well! Le chitarre e un nugolo di percussioni si aggiungono all'allegro campus di voci, ripetendo ritmicamente ritornelli frizzanti e orecchiabili come Doom Kechiketa Yeah e simili, spazzando via in quattro e quattr'otto tutte le vostre preoccupazioni.

Il brano che segue è un colpo di genio: il brillante Zoobi Doobi, swing dallo stile gipsy-jazz. L'energia di Sonu si accompagna al brio di Shreya, entrambi sostenuti dagli ottoni, dagli archi e dalla fisarmonica. Il video promozionale della canzone che sta invadendo internet mostra il ragazzo e la ragazza dei nostri sogni: Aamir Khan e Kareena Kapoor. È probabile che l'allegro motivo vi si incolli addosso una volta che ne avrete gustato il ritmo e il dolcissimo testo.

Behti Hawa Sa Tha Woh è una melodia morbida che, con un tocco lieve simile ad un mantra, consente al nostalgico testo di filtrare. In quest'ode all'amicizia brilla l'emozionante interpretazione di Shaan: il brano segna una delle sue migliori performance.

Le due canzoni rimanenti all'inizio sorprendono anche l'ascoltatore allenato. Il fatto è che le colonne sonore dei film hindi tendono spesso a sacrificare le potenzialità reali delle canzoni, poiché il valore commerciale della musica garantisce il successo della pellicola al box office. 3 idiots si differenzia perché sceglie di scommettere e di rischiare: le melodie suonano orecchiabili o commoventi, ma conservano una certa autenticità, e questa combinazione priva di attriti soddisfa comunque lo scopo cinematico.

Un esempio? Give me some sunshine: gocce di morbido pianoforte danno il via ad un energico inno da college che può essere cantato da tutte le generazioni di studenti. Interpretazioni poco sofisticate, battito di mani, armonica: solo questo ad adornare semplici accordi. Il brano è perfetto per feste studentesche o per notti insonni da trascorrere in compagnia di amici. Brevi monologhi tratti dal film e recitati da Sharman Joshi sono inseriti qua e là nella canzone, arricchendola di atmosfera positiva.

Chiude l'album un quasi irriconoscibile Sonu Nigam che, con Jaane Nahin Denge, sfoggia un'alta padronanza di variazioni emotive. L'uso degli strumenti combinati alla voce di Nigam echeggiano in morbide increspature che, ad intermittenza, confluiscono in onde più decise, al passo con il testo che incita a vivere con pienezza. L'ultima nota del brano lascia l'ascoltatore in uno stato di abbagliamento quieto ma intenso.

Sappiamo dunque che il prossimo Natale, indipendentemente dal fatto di essere stati buoni o cattivi, ci regalerà un film con un'anima e che ci farà riflettere, anche se incartato in una lucente confezione di intrattenimento. Ma non dobbiamo sorprenderci: il regista Rajkumar Hirani possiede la sensibilità artistica e la ricetta giusta per mescolare questi elementi fra loro e creare magiche pozioni che seducono. Preparatevi ad accogliere Babbo Natale al grido di Sab Thik Thak... Aal Izz Well, Chachu!.

Scheda dell'album
Musica: Shantanu Moitra
Testi: Swanand Kirkire
Cantanti: Sonu Nigam, Shreya Ghoshal, Shaan, Swanand Kirkire, Shantanu Moitra, Suraj Jaggan, Sharman Joshi
Etichetta: T-Series
Tracce: 7 (5 originali e 2 remix)
Distribuzione dell'album: 9 novembre 2009

Recensione del film

15 settembre 2009

WHAT'S YOUR RAASHEE?




Mi aspettava una piacevole sorpresa con What's Your Raashee?, di Sohail Sen, colonna sonora del film del famoso regista Ashutosh Gowariker, nonostante sia stata tiepidamente accolta dai recensori indiani, forse perché il giovane musicista non ha ancora molte opere a suo credito. Non appena ho udito le prime note fluire dalle casse, ho capito che la mia nuova recensione avrebbe avuto come oggetto questo album. Sen ha compiuto un lavoro ragguardevole, componendo una colonna sonora stimolante e ricca di brani: in tutto tredici, di cui dodici confluiscono in maniera intelligente nella traccia di chiusura. E parecchi meritano davvero di essere inclusi nella playlist degli appassionati di musica hindi contemporanea.

Spendiamo un paio di minuti per le prime note dal sapore jazz diffuse dall'impianto stereo: la mia attenzione è subito catturata. Pal Pal Dil Jisko Dhoonde (brano abbinato all'ariete) è un'ottima introduzione allo stile musicale di Sen, autore che pare possedere una larga gamma di influenze pop e jazz. L'ascoltatore, di quando in quando, può cogliere delle sonorità vicine alla musica di Sting, soprattutto nell'arrangiamento del basso, nell'uso dell'organo o negli interludi di sassofono e di tromba. Gli amanti di musica latino-americana possono ritrovare riferimenti familiari spuntare un attimo, per poi sparire l'attimo successivo. La canzone è piena di suoni armoniosi e audaci insieme.

Le note di pura melodia di Aa Le Chal (scorpione) dispiegano un fascino tale da rapire l'ascoltatore. Forse lo scorpione che è in me è rimasto incantato dal brano corrispondente. Ma di certo il sapore sensuale ha qualcosa di speciale. A mano a mano che procedo con l'ascolto, riesco ad individuare con esattezza la fonte di tanta dolcezza, di tanta freschezza, nonché di vaga eccentricità: la vocalità apparentemente spensierata e dal tono basso di Aslesha Gowariker, una novità benvenuta nel panorama delle voci femminili.

Introdurre le canzoni col pianoforte sembra essere il comune denominatore di parecchie tracce. Pyaari Pyaari (vergine) merita una menzione speciale: la voce frizzante e ariosa di Sohail Sen si unisce a quella della leggendaria Alka Yagnik, ed insieme interpretano con calore il testo composto da Javed Akhtar. È un brano dichiaratamente romantico, tipico del soft-pop indiano, ma con un ritmo orecchiabile che perdura per settimane e oltre.

Koi Jaane Na (capricorno) è sorprendente, ed emerge in modo squisito con il pianoforte che suona come un salterio. La canzone chiude il ciclo dei dodici raashee (segni zodiacali) della colonna sonora. Le orecchie dell'ascoltatore vengono piacevolmente stimolate dal talento di Rajab Ali Bharti nel tradurre in maniera efficace le parole del testo in emozioni di pura melodia. Il brano è arricchito di colore da una gamma di strumenti musicali e di arrangiamenti, quali l'uso dei cori, un interludio classico occidentale, campanelle e archi.

What's Your Raashee? è una mistura musicale davvero ristoratrice e che rivela un promettente compositore. Continueremo ad occuparci di Sohail Sen: non vedo l'ora di ascoltare le sue future colonne sonore per ripetere la piacevole esperienza.

23 aprile 2009

BILLU


Pritam Chakraborty è noto per i suoi successi da classifica, e la colonna sonora di Billu non sfugge a questa dorata reputazione. L'album presenta davvero un gran numero di canzoni ballabili, regalandone anche delle creative versioni remixate.

Per quanto riguarda la tradizione item number, il brano punjabi-sufi Marjaani apre l'album con lo staccato interpretato in modo virile e seducente da Sukhwinder Singh, debitamente accompagnato da Sunidhi Chauhan. Segue Love Mera Hit Hit, che in apparenza copia lo schema da uno dei precedenti successi di Chakraborty: Maujha Hi Maujha tratto da Jab We Met. Il ritmo si ammorbidisce un poco con l'entrata in scena del sensuale reggae You get me rockin' & reeling, eseguito in modo notevole da Neeraj Shridhar che regala un'interpretazione piacevolmente armoniosa. Dopo tanta dolcezza, Ae Aa O purtroppo non impressiona, e il coro ricorda il successo mondiale degli anni ottanta Ti amo di Umberto Tozzi.

Avventurandoci fra i brani meno commerciali della colonna sonora, possiamo cogliere, per la delizia degli appassionati di musica, un assaggio del potenziale di Chakraborty al di là del suo talento da classifica. Il primo apprezzato esempio è Jaoon Kahan, quello che personalmente ritengo il miglior pezzo dell'album: i riff di chitarra e i loop ritmici regalano un affascinante tappeto musicale al talentuoso cantante pachistano Rahat Fateh Ali Khan. Il brano non mancherà di ammaliare gli ascoltatori di tutto il mondo, principalmente grazie alla voce espressiva, lieve e vulnerabile dell'interprete: la melodia fluisce naturale come acqua pura.

Il colorato e divertente Billoo Bhayankar introduce sia Billu, il protagonista del film, sia l'atmosfera del suo villaggio. Fisarmonica, banjo, campanelli di biciclette, l'interpretazione birichina di Raghuvir Yadav, ed eccovi serviti: se cercate un sorriso, con questa canzone l'avete trovato...

Conclude il repertorio di tracce originali Khudaya Khair, brano pieno di energia caratterizzato da un fascinoso coro femminile. Purtroppo la canzone sembra non andare oltre il gioioso inizio. Questo è il solo pezzo per cui senza dubbio consiglio l'ascolto della versione reprise: l'interpretazione di Abhijeet regala alla canzone quel vigore extra che sembra mancare all'originale.

Fortunatamente, a parte alcuni pezzi ballabili, Billu offre una manciata di brani che spiccano orgogliosi, pur privi di quell'aura da dancefloor per cui Chakraborty è così famoso. Amanti della vita notturna e ascoltatori diurni, giovani e meno giovani, tutti sicuramente apprezzeranno la colonna sonora anche se per ragioni differenti, ma non è proprio questo che la varietà dovrebbe garantire?

Recensione del film

21 aprile 2009

DELHI-6


Una colonna sonora sorprendentemente fresca, urbana ma anche spirituale: Delhi-6, di A.R. Rahman, tocca una vasta gamma di generi, e il talento del compositore, premiato di recente con l'Oscar, eccelle in ciascuno di essi. L'album diviene così, per l'ascoltatore occidentale, una sorta di introduzione generale al leggendario repertorio del musicista, e, per l'ascoltatore orientale, costituisce un magnifico pezzo da aggiungere alla propria collezione.

Senza dubbio Masakali è il perfetto brano d'apertura per questa colonna sonora: il testo giocoso di Prasoon Joshi prova una volta di più la maestria dell'autore nell'arte di usare il linguaggio vocale come se fosse uno strumento musicale (arte già chiaramente dimostrata in Behka, tratto da Ghajini). Il ritmo ossessivo del tamburo congolese che caratterizza la canzone, l'uso fugace della fisarmonica, ed in particolare lo stile del canto, rilassato e quasi malizioso, di Mohit Chouhan, rendono Masakali una gemma che ipnotizzerà più di un ascoltatore.

Ad un'apertura così leggera e così piacevole, segue il duetto brillantemente eseguito da Kailash Kher e Javed Ali in Arziyan, brano che introduce il tono parzialmente devozionale della colonna sonora. Il brio sufi del pezzo viene bilanciato più avanti dal sereno Aarti, di tradizione hindu, che conduce alla nota spirituale finale dell'album: Noor, una lode alla presenza onnipervasiva di Dio (Amitabh Bachchan regala una breve performance parlata).

Una piacevole sorpresa attende gli appassionati di musica classica indiana: l'ipnotica esecuzione della candida e fascinosa Bhor Bhaye, interpretata dalla giovane Shreya Ghoshal e dalla leggenda della musica Ustad Bale Ghulam Ali Khan.

L'album offre anche un'atmosfera urbana dal sapore funky che impregna le rimanenti canzoni, a cominciare dalla sensuale title-track, Dilli-6, che mescola hindi e francese in un rap che non mancherà di compiacere gli ascoltatori più giovani. A.R. Rahman provvede poi ad ornare la romantica Rehna Tu con il timbro caldo della sua voce: il risultato è un affascinante brano pop che può tranquillamente competere con le migliori canzoni del genere, lasciando però le rivali un passo indietro grazie al finale, una semplice, magnifica melodia eseguita col continuum. I testi di Prasoon Joshi continuano a brillare in Hey Kaala Bandar, pezzo che ricorda un poco Paathshala in Rang De Basanti. Una delle canzoni più intriganti della colonna sonora, secondo la mia modesta opinione, è Dil Gira Dafatan, che si affida ciecamente alla voce dolce e frizzante di Ash King, capace di creare emozioni eteree ed universali. Ultimo ma non meno importante: il repertorio funky dell'album si chiude con Genda Phool, un motivo orecchiabile dal canto rustico, interpretato da Rekha Bhardwaj.

In conclusione: Delhi-6 è un diamante eclettico e raffinato, la cui bellezza può essere universalmente apprezzata. Gli abitanti di Delhi devono certo sentirsi orgogliosi per aver ispirato un tale abbagliante assortimento di brani, tutti eseguiti con grande talento.

Recensione del film