17 dicembre 2009

SWANAND KIRKIRE: INTERVISTA ESCLUSIVA


Un uomo dai mille talenti: Swanand Kirkire è paroliere, sceneggiatore, cantante e attore. È lui a firmare i deliziosi testi dei brani che compongono la frizzante colonna sonora del prossimo film prodotto da Vidhu Vinod Chopra, 3 idiots, con Aamir Khan, Madhavan e Sharman Joshi. Kirkire ha gentilmente acconsentito a raccontarci qualcosa di più sulle canzoni che in India stanno conquistando gli appassionati di cinema e di musica.

Aline - Una curiosità: cosa sta ascoltando col suo iPod?
Kirkire - Di sicuro non la colonna sonora di 3 idiots, dal momento che, quando l'ascoltavo, ero il solo a farlo (ride). E ora che tutti l'ascoltano, io mi dedico ad altro: alla musica classica indiana. Sto imparando ad apprezzare anche la musica classica occidentale. Inoltre ascolto i miei preferiti di sempre: R.D. Burman e le canzoni di Gulzar Sahab. Quel genere di buona musica è proprio pane per i miei denti.

Aline - Lei ha collaborato spesso con il compositore Shantanu Moitra e con il regista Rajkumar Hirani. Per favore, ci dica quali sono gli aspetti che rendono piacevole lavorare con loro e come siete finiti col diventare una squadra.
Kirkire - La collaborazione con Shantanu e con Raju è di vecchia data, così come quella con Vidhu Vinod Chopra. Insieme ne abbiamo fatta di strada. Ho collaborato con loro a quattro pellicole: 3 idiots è il mio secondo film con Raju e il quarto con Vinod Chopra. Per quanto riguarda le colonne sonore, basta dare un'occhiata alla nostra discografia per verificare che Shantanu ed io abbiamo sempre lavorato assieme. Per Raju avevamo già composto i brani della pellicola Lage Raho Munna Bhai. Shantanu ed io siamo innanzitutto amici, condividiamo le stesse idee, rispettiamo reciprocamente i nostri spazi, e, a differenza di quanto solitamente accade a Bollywood, siamo stati coinvolti nel progetto di 3 idiots sin dall'inizio. Mentre Raju scriveva la sceneggiatura, noi due cercavamo il giusto sound per il film e componevamo le canzoni. È così che è nata Give me some sunshine, molto prima della stesura finale della sceneggiatura. Raju voleva qualcosa di adatto per 3 idiots: ascoltando i brani della colonna sonora si nota subito la loro semplicità, sia da un punto di vista musicale che poetico. Non cercavamo complicazioni: desideravamo mantenere l'atmosfera da college e renderli di facile approccio, come se fossero gli studenti stessi ad improvvisare alla chitarra e a sperimentare nuovi accordi.

Aline - Secondo lei in quale modo i cantanti hanno contribuito alle canzoni?
Kirkire - Sono tutti interpreti superbi. Hanno arricchito moltissimo la colonna sonora. Ad esempio, Jaane Nahin Denge poteva essere cantata solo da Sonu Nigam e da nessun altro. È una canzone che alterna tonalità basse e molto alte: la passione raggiunge quelle altezze e poi, contemporaneamente, precipita. Shreya Ghoshal è un'altra fantastica interprete. Quanto a Shaan... beh, posso dire che il contributo di tutti loro è stato meraviglioso e fondamentale. Per un paroliere come me, il momento più bello è ascoltarli cantare, perché noi parolieri scriviamo un brano con carta e penna, il compositore lo prova con noi alla chitarra, poi si passa alla registrazione, ma la fase finale, quando l'interprete lo canta... quello è un momento magico: il cantante trasforma la canzone in qualcosa di diverso, in un prodotto artistico che finalmente si completa. Sonu e gli altri mi hanno davvero commosso.

Aline - In quali aspetti questa colonna sonora è diversa da quelle a cui ha collaborato in precedenza?
Kirkire - È molto diversa. I testi di Parineeta erano più lirici, quelli di Lage Raho Munna Bhai più da Bombay tapori (*). In Khoya Khoya Chand c'è molta poesia in lingua urdu: la pellicola descriveva l'industria cinematografica degli anni cinquanta e sessanta. Questo è ciò che voglio: cambiare a seconda del film o della sceneggiatura. I testi dei brani di 3 idiots sono molto informali e vanno dritti al cuore. Non appare nessun ornamento poetico. In queste canzoni, quello che si ha da dire lo si dice e basta, non importa se in inglese, in marathi o in un'altra lingua. I brani di 3 idiots vanno a segno con grande semplicità e non contengono artifici linguistici. Nessuna velleità lirica ma filosofia spicciola, come in Aal Izz Well.

Aline - Come ha coniato lo slogan Aal Izz Well? Il suo buffo spelling era già incluso nella sceneggiatura?
Kirkire - Sì, era nella sceneggiatura. Grande idea per il film. Dinanzi a difficoltà da superare Aamir Khan lo ripete a tutti. Raju, da ragazzo, ha vissuto in una città di provincia. Là c'era un guardiano notturno che aveva l'abitudine di gridare Aaaaal izzzz well! durante la notte. Così i ragazzi pensavano 'se tutto va bene, possiamo andare a dormire'. E davvero tutto andava bene, sapete? (ride). La frase è scritta seguendo la pronuncia colloquiale (Kirkire insegna ad Aline come pronunciarla correttamente). Aal izz well!

Aline - Sappiamo che Sharman Joshi ha prestato la voce in Give me some sunshine. Il regista, il produttore e/o gli altri attori hanno contribuito alle canzoni? Se sì, in quale modo?
Kirkire - L'aspetto migliore della collaborazione con Rajkumar Hirani, con Vidhu Vinod Chopra e con gli altri, è che è stata davvero una collaborazione, un lavoro comune. Shantanu ed io ci siamo occupati della musica e dei testi dei brani, ma ci sono stati contributi da parte di tutti. In Give me some sunshine, poi, Shantanu ha scritto quasi interamente il testo in inglese.

Aline - Per favore, ci racconti qualcosa dell'interpretazione di Sonu Nigam di Jaane Nahin Denge.
Kirkire - Sonu è davvero meraviglioso e ha fatto un grande lavoro. Ha compreso al volo la situazione particolare narrata in 3 idiots in quel momento, ha ascoltato la canzone una volta e poi ha dichiarato: 'Ho bisogno di tempo'. Per 30/45 minuti si è chiuso in una stanza dello studio al buio, chiedendo a tutti di lasciarlo solo. Poi ci ha raggiunti e ha cantato. Sonu si comporta sempre così. Da un punto di vista tecnico, è il miglior cantante che l'India abbia mai avuto.

Aline - Per il testo di Behti Hawa Sa Tha Woh ha tratto ispirazione dalle sue esperienze personali?
Kirkire - È nato in modo molto naturale quando mi hanno raccontato la situazione nel film che doveva commentare. Nella vita capita di incontrare persone felici e spensierate, che non scendono mai a compromessi e che fanno solo ciò che il cuore le spinge a fare. Che non seguono norme stupide. Mi sono ispirato a queste persone, e tutto è stato facile perché le ho confrontate con me. A causa loro sono diventato un altro 'idiota' (ride).

Aline - Quali sono i suoi progetti futuri?
Kirkire - La colonna sonora di Paa è pronta. È stata un'esperienza di tutt'altro tipo, con canzoni completamente diverse. È già nei negozi e si può acquistare anche in internet. La prima di Paa è fissata per il 3 dicembre (**). Ho in ballo altri due o tre progetti, ma è prematuro parlarne.

Intervista raccolta da Aline con la collaborazione di Joanna.

(*) Il tapori è una forma slang di hindi parlata principalmente a Mumbai dai criminali di strada e dai mafiosi. La lingua hindi ne è la base, ma per il lessico e la pronuncia vi sono contributi anche delle lingue inglese, marathi, gujarati, e delle lingue indiane del sud. (Nota di Cinema Hindi)
(**) Aline aveva pubblicato il testo originale inglese il 29 novembre 2009 (nota di Cinema Hindi).

30 novembre 2009

3 IDIOTS

Il compositore Shantanu Moitra e il paroliere Swanand Kirkire - noti per 'Parineeta' e per 'Lage Raho Munna Bhai' - sono tornati con un festoso botto.


Divertente in modo non convenzionale. Sincero. Irresistibile. Aggettivi che ben si associano ai film diretti da Rajkumar Hirani, e che ora possiamo estendere anche alla colonna sonora di 3 idiots. L'album, spensierato ma concreto, trasporta gli ascoltatori ai tempi felici dell'università e al ricordo dei vecchi compagni.

Una giornata di sole dà il calcio d'inizio. Con una melodia stimolante ed uno slogan efficace, gli studenti esprimono la loro filosofia di vita: davvero, bhaiyya, Aal Izz Well! Le chitarre e un nugolo di percussioni si aggiungono all'allegro campus di voci, ripetendo ritmicamente ritornelli frizzanti e orecchiabili come Doom Kechiketa Yeah e simili, spazzando via in quattro e quattr'otto tutte le vostre preoccupazioni.

Il brano che segue è un colpo di genio: il brillante Zoobi Doobi, swing dallo stile gipsy-jazz. L'energia di Sonu si accompagna al brio di Shreya, entrambi sostenuti dagli ottoni, dagli archi e dalla fisarmonica. Il video promozionale della canzone che sta invadendo internet mostra il ragazzo e la ragazza dei nostri sogni: Aamir Khan e Kareena Kapoor. È probabile che l'allegro motivo vi si incolli addosso una volta che ne avrete gustato il ritmo e il dolcissimo testo.

Behti Hawa Sa Tha Woh è una melodia morbida che, con un tocco lieve simile ad un mantra, consente al nostalgico testo di filtrare. In quest'ode all'amicizia brilla l'emozionante interpretazione di Shaan: il brano segna una delle sue migliori performance.

Le due canzoni rimanenti all'inizio sorprendono anche l'ascoltatore allenato. Il fatto è che le colonne sonore dei film hindi tendono spesso a sacrificare le potenzialità reali delle canzoni, poiché il valore commerciale della musica garantisce il successo della pellicola al box office. 3 idiots si differenzia perché sceglie di scommettere e di rischiare: le melodie suonano orecchiabili o commoventi, ma conservano una certa autenticità, e questa combinazione priva di attriti soddisfa comunque lo scopo cinematico.

Un esempio? Give me some sunshine: gocce di morbido pianoforte danno il via ad un energico inno da college che può essere cantato da tutte le generazioni di studenti. Interpretazioni poco sofisticate, battito di mani, armonica: solo questo ad adornare semplici accordi. Il brano è perfetto per feste studentesche o per notti insonni da trascorrere in compagnia di amici. Brevi monologhi tratti dal film e recitati da Sharman Joshi sono inseriti qua e là nella canzone, arricchendola di atmosfera positiva.

Chiude l'album un quasi irriconoscibile Sonu Nigam che, con Jaane Nahin Denge, sfoggia un'alta padronanza di variazioni emotive. L'uso degli strumenti combinati alla voce di Nigam echeggiano in morbide increspature che, ad intermittenza, confluiscono in onde più decise, al passo con il testo che incita a vivere con pienezza. L'ultima nota del brano lascia l'ascoltatore in uno stato di abbagliamento quieto ma intenso.

Sappiamo dunque che il prossimo Natale, indipendentemente dal fatto di essere stati buoni o cattivi, ci regalerà un film con un'anima e che ci farà riflettere, anche se incartato in una lucente confezione di intrattenimento. Ma non dobbiamo sorprenderci: il regista Rajkumar Hirani possiede la sensibilità artistica e la ricetta giusta per mescolare questi elementi fra loro e creare magiche pozioni che seducono. Preparatevi ad accogliere Babbo Natale al grido di Sab Thik Thak... Aal Izz Well, Chachu!.

Scheda dell'album
Musica: Shantanu Moitra
Testi: Swanand Kirkire
Cantanti: Sonu Nigam, Shreya Ghoshal, Shaan, Swanand Kirkire, Shantanu Moitra, Suraj Jaggan, Sharman Joshi
Etichetta: T-Series
Tracce: 7 (5 originali e 2 remix)
Distribuzione dell'album: 9 novembre 2009

Recensione del film

15 settembre 2009

WHAT'S YOUR RAASHEE?




Mi aspettava una piacevole sorpresa con What's Your Raashee?, di Sohail Sen, colonna sonora del film del famoso regista Ashutosh Gowariker, nonostante sia stata tiepidamente accolta dai recensori indiani, forse perché il giovane musicista non ha ancora molte opere a suo credito. Non appena ho udito le prime note fluire dalle casse, ho capito che la mia nuova recensione avrebbe avuto come oggetto questo album. Sen ha compiuto un lavoro ragguardevole, componendo una colonna sonora stimolante e ricca di brani: in tutto tredici, di cui dodici confluiscono in maniera intelligente nella traccia di chiusura. E parecchi meritano davvero di essere inclusi nella playlist degli appassionati di musica hindi contemporanea.

Spendiamo un paio di minuti per le prime note dal sapore jazz diffuse dall'impianto stereo: la mia attenzione è subito catturata. Pal Pal Dil Jisko Dhoonde (brano abbinato all'ariete) è un'ottima introduzione allo stile musicale di Sen, autore che pare possedere una larga gamma di influenze pop e jazz. L'ascoltatore, di quando in quando, può cogliere delle sonorità vicine alla musica di Sting, soprattutto nell'arrangiamento del basso, nell'uso dell'organo o negli interludi di sassofono e di tromba. Gli amanti di musica latino-americana possono ritrovare riferimenti familiari spuntare un attimo, per poi sparire l'attimo successivo. La canzone è piena di suoni armoniosi e audaci insieme.

Le note di pura melodia di Aa Le Chal (scorpione) dispiegano un fascino tale da rapire l'ascoltatore. Forse lo scorpione che è in me è rimasto incantato dal brano corrispondente. Ma di certo il sapore sensuale ha qualcosa di speciale. A mano a mano che procedo con l'ascolto, riesco ad individuare con esattezza la fonte di tanta dolcezza, di tanta freschezza, nonché di vaga eccentricità: la vocalità apparentemente spensierata e dal tono basso di Aslesha Gowariker, una novità benvenuta nel panorama delle voci femminili.

Introdurre le canzoni col pianoforte sembra essere il comune denominatore di parecchie tracce. Pyaari Pyaari (vergine) merita una menzione speciale: la voce frizzante e ariosa di Sohail Sen si unisce a quella della leggendaria Alka Yagnik, ed insieme interpretano con calore il testo composto da Javed Akhtar. È un brano dichiaratamente romantico, tipico del soft-pop indiano, ma con un ritmo orecchiabile che perdura per settimane e oltre.

Koi Jaane Na (capricorno) è sorprendente, ed emerge in modo squisito con il pianoforte che suona come un salterio. La canzone chiude il ciclo dei dodici raashee (segni zodiacali) della colonna sonora. Le orecchie dell'ascoltatore vengono piacevolmente stimolate dal talento di Rajab Ali Bharti nel tradurre in maniera efficace le parole del testo in emozioni di pura melodia. Il brano è arricchito di colore da una gamma di strumenti musicali e di arrangiamenti, quali l'uso dei cori, un interludio classico occidentale, campanelle e archi.

What's Your Raashee? è una mistura musicale davvero ristoratrice e che rivela un promettente compositore. Continueremo ad occuparci di Sohail Sen: non vedo l'ora di ascoltare le sue future colonne sonore per ripetere la piacevole esperienza.

5 luglio 2009

LAGAAN


Questa settimana (*) il film Lagaan - Once upon a time in India, prodotto dalla Aamir Khan Productions, compie otto anni. Ci associamo nel celebrare la pellicola indiana più conosciuta al mondo: lunga vita a Lagaan!

Lagaan.
Il semplice suono di questa parola evoca l'essenza e la grandezza dell'epico film di Ashutosh Gowariker, e, lo diciamo subito, la colonna sonora è magnifica tanto quanto la pellicola. Il tuono non è mai sembrato così vicino all'uomo e l'uomo non è mai sembrato così potente. Il brano d'apertura, Ghanan Ghanan, fissa il tono della trama del film: le nuvole iniziano a raccogliersi per la gioia degli abitanti di Champaner, e nel contempo un arcobaleno stellare di voci appare sulla tela musicale. La dolcezza di Alka Yagnik, la radiosità di Udit Narayan, il calore di Sukhwinder Singh, l'intensità di Shankar Mahadevan, l'entusiasmo di Shaan. Sono una maniaca della voce, e non mi stanco mai di assaporare questa canzone dall'aroma particolarmente ricco. Ma concentrarsi unicamente sulle voci sarebbe un peccato. Ghanan Ghanan offre anche un giocoso dafli (strumento simile a un tamburello), un droning synth, delle percussioni martellanti e dei cristallini strumenti a corda. Ascoltare Ghanan Ghanan è come sentir cadere goccioline di pioggia sulle orecchie.

Questa magnifica apertura è seguita dal ritmico Mitwa, brano che evoca coraggio e speranza, attraverso l'esuberante uso in crescendo della grancassa, di un violino deliziosamente estroverso, di un delicato ghatam (un tipo di percussione), nonché attraverso l'uso vivace degli strumenti a corda: un ektara (strumento ad una sola corda) e delle synth strings (il suono degli strumenti a corda proviene da un sintetizzatore). La voce profonda di Alka Yagnik ed il timbro confortante di Udit Narayan riflettono accuratamente l'umore della canzone, donando forza alle sequenze del film che accompagnano.

Radha Kaise Na Jale è un esempio particolarmente eloquente di come il talento di A.R. Rahman possa indurre gli ascoltatori a viaggiare nel tempo e nello spazio. Dove potrebbe condurci questo brano? In campagna, durante la festa di Holi, con Krishna, Radha e le pastorelle che danzano al cinguettio degli uccelli in sottofondo. La stuzzicante vocalità di Asha Bhosle brilla in modo particolare, accompagnata dal suono di una miriade di campanelli, della tabla, del dandiya stick e di un flauto. Sino a giungere al culmine: il malizioso dialogo degli amanti, sottolineato da una splendida esibizione di bhimpalasi raga (uno stile di raga che richiede una vocalità molto complessa).

O Rey Chhori vede la partecipazione del trio di attori protagonisti. Ciascuno canta la propria dichiarazione d'amore, e confesso che raramente ho trovato così interessante un triangolo amoroso musicale. Il punto di forza del brano è nei passaggi fra il tema orientale, contraddistinto dal suono secco dei campanelli e da leggere percussioni, e la dolce tonalità occidentale, completa di arpa, violini e cantato operistico. I testi di Javed Akhtar sono ugualmente espressivi in entrambe le lingue, e raffigurano in modo notevole le fantasie romantiche di Elizabeth: i trasparenti interludi di Vasundhara Das vengono così ad armonizzarsi con le dolci chiacchiere della coppia principale.

Cos'altro possiamo aggiungere su Chale Chalo, un classico capace di entusiasmare tutti gli ascoltatori, compresi coloro che non capiscono i testi brillanti di Javed Akhtar? Ronzando, tuonando, schioccando, battendo le mani, scoppiettando..., persino il violoncello e il salterio suonano come percussioni, e contribuiscono a stimolare lo spirito del team di Lagaan. Il brano è molto orecchiabile, e sembra echeggiare quella che dev'essere stata l'eccitante esperienza di realizzare il film, riflettendo la potente magia di un progetto comune. È lo stesso A.R. Rahman a regalare all'inno la propria voce.

L'album, con il breve Waltz For A Romance, d'improvviso passa a note più dolci, rispecchiando la dichiarazione d'amore di Elizabeth. La traccia suona eccezionalmente autentica, riportandoci ad alcune delle più memorabili colonne sonore di Hollywood in stile classico e barocco.

La precedente traccia occidentale apre la via alla controparte indiana: il talento di A.R. Rahman per i canti devozionali dà vita alla preziosa O Paalaanhare. Lata Mangeshkar è stata la brillante scelta per il brano, grazie alla purezza della sua voce (la versione della canzone nel film prevede la collaborazione di Sadhana Sargam). Il bhajan (inno cantato di preghiera) si eleva dolcemente con il misurato uso della tabla, dei piatti e dei campanelli, precipitando alla fine nell'interpretazione piena di sentimento di Udit Narayan di parte del tema di Lagaan. La commovente melodia innalza l'anima in preghiera, inducendo l'ascoltatore a simpatizzare con la supplica dei contadini.

Lagaan, il tema principale, corona questa scintillante colonna sonora con un perfetto mix di grandezza e serenità, di oriente e di occidente. Non ho dubbi nel ritenere che questo brano in qualche modo catturi l'essenza universale stessa della musica. La stimolante melodia, la combinazione all'apparenza improbabile di strumenti diversi (sitar, piatti, organo: strano abbinamento, vero?) che tuttavia raggiungono un'armonia meravigliosa... È semplicemente magnifico. Gli emozionanti arrangiamenti di R. Prassana degli strumenti a corda meritano una menzione speciale: trasportano l'ascoltatore ad altezze inimmaginabili. La voce di Anuradha Sriram ci riporta con delicatezza alla tranquillità, grazie al suo sussurrare melodioso e terreno, chiudendo così una colonna sonora assolutamente monumentale.

Lagaan - Once upon a time in India era sicuramente destinato a diventare una pietra miliare nel cinema indiano. La sfida di comporre una musica altrettanto brillante è stata vinta dal Mozart di Madras che ha architettato un vero e proprio banchetto di suoni. La colonna sonora di Lagaan ha contribuito a rendere il film ancora più scintillante e viceversa, pertanto pellicola e musica possono solo raccogliere applausi, sia dagli spettatori che dagli ascoltatori, indipendentemente dal loro background culturale e musicale. Questo notevole prodotto di A.R. Rahman e del suo eccezionale team (una menzione speciale al defunto H. Sridhar, ingegnere del suono non solo per la colonna sonora ma anche per il film), può certamente affiancarsi alle migliori colonne sonore della storia del cinema, e non manca di incantarci persino parecchi anni dopo la sua realizzazione.

(*) Il testo originale inglese era stato pubblicato da Aline il 18 giugno (nota di Cinema Hindi).

16 maggio 2009

LUCK BY CHANCE


Attenta Bollywood! L'inequivocabile alchimia che lega Shankar, Ehsaan e Loy, ha colpito ancora con Luck by chance, un delizioso assortimento di melodie splendidamente composte e arrangiate per il film di debutto di Zoya Akhtar. Già al primo ascolto si torna col pensiero alla leggendaria colonna sonora di Dil Chahta Hai: SEL sembravano aver sperimentato tutto il possibile aprendo il decennio. E ora, all'approssimarsi della fine, Luck by chance può giusto essere considerato lo scintillante equivalente di quell'album.

Una gemma piacevolissima apre la colonna sonora, con le voci calde e ariose di Loy e di Shekhar Ravjiani a deliziarci. La melodia e gli arrangiamenti di Yeh Zindagi Bhi evocano cieli assolati e ventosi, e, insieme alle liriche ispirate e piene di speranza del grande Javed Akhtar, regalano un senso di fluida felicità.

Segue Baawre, un pezzo davvero unico: parte in modo lento con un qawwali, e poi sorprende l'ascoltatore trasformandosi rapidamente in uno psichedelico impeto ritmico da 'oriente che incontra l'occidente', con tanto di tabla e dholak a completare una ricchissima strumentazione. Il risultato è una performance ricca di vitalità. Un brano che va ascoltato in entrambe le versioni disponibili, con Midival Punditz impegnatissimo a creare uno stupendo remix capace di far resuscitare i morti.

Siete riusciti a riprendere fiato dopo aver ballato Baawre? Adesso vi aspetta Pyaar Ki Daastan, un pezzo di romanticismo sognante, con il talentuoso cantato di Mahalakshmi Iyer e di Amit Paul: la melodia richiama la magia dei memorabili lenti composti da SEL per precedenti colonne sonore (vedi Kabhi Alvida Naa Kehna).

Il canto di Sunidhi Chauhan entra in scena e rasserena l'anima con la rinfrescante ed estiva Yeh Aaj Kya Ho Gaya, riportando alla ribalta la frizzante atmosfera degli anni settanta, giusto un attimo prima che la colonna sonora si immerga in un regno più dark e più ammaliante. Sapnon Se Bhare Naina, una delle tracce migliori dell'album, ci regala il genio assoluto di Shankar Mahadevan nell'uso ipnotico della voce: tutti noi rimaniamo meravigliati a chiederci perché il cielo sia così generoso nei confronti solo di pochi fortunati. Anche la poesia del testo e il sottile, estatico tappeto sonoro contribuiscono a colpire la sensibilità dell'ascoltatore.

La voce di Shankar continua a toccare corde profonde con l'accorata O Rahi Re, una delle mie preferite già dal primo ascolto. Il brano è arricchito dai riff di chitarra di Ehsaan, da un indugiante sitar, e dal dolcemente melodioso Bol Tera Hai Kaunsa Rastaa Rahi Re O Rahi Re di Shankar.

Raccomando a tutti voi la colonna sonora di Luck by chance: l'album trasuda un senso di libertà e un'audacia sorprendenti, grazie alla melodia e alla strumentazione, ma anche grazie al fatto che SEL siano riusciti a travalicare i confini musicali creando per ogni traccia un sound senza dubbio originale. L'album può orgogliosamente onorarsi dell'autentico sigillo di qualità di Shankar, Ehsaan e Loy. Costituisce davvero un pezzo unico, un esempio a cui molte band dovrebbero ispirarsi.
Recensione del film

23 aprile 2009

BILLU


Pritam Chakraborty è noto per i suoi successi da classifica, e la colonna sonora di Billu non sfugge a questa dorata reputazione. L'album presenta davvero un gran numero di canzoni ballabili, regalandone anche delle creative versioni remixate.

Per quanto riguarda la tradizione item number, il brano punjabi-sufi Marjaani apre l'album con lo staccato interpretato in modo virile e seducente da Sukhwinder Singh, debitamente accompagnato da Sunidhi Chauhan. Segue Love Mera Hit Hit, che in apparenza copia lo schema da uno dei precedenti successi di Chakraborty: Maujha Hi Maujha tratto da Jab We Met. Il ritmo si ammorbidisce un poco con l'entrata in scena del sensuale reggae You get me rockin' & reeling, eseguito in modo notevole da Neeraj Shridhar che regala un'interpretazione piacevolmente armoniosa. Dopo tanta dolcezza, Ae Aa O purtroppo non impressiona, e il coro ricorda il successo mondiale degli anni ottanta Ti amo di Umberto Tozzi.

Avventurandoci fra i brani meno commerciali della colonna sonora, possiamo cogliere, per la delizia degli appassionati di musica, un assaggio del potenziale di Chakraborty al di là del suo talento da classifica. Il primo apprezzato esempio è Jaoon Kahan, quello che personalmente ritengo il miglior pezzo dell'album: i riff di chitarra e i loop ritmici regalano un affascinante tappeto musicale al talentuoso cantante pachistano Rahat Fateh Ali Khan. Il brano non mancherà di ammaliare gli ascoltatori di tutto il mondo, principalmente grazie alla voce espressiva, lieve e vulnerabile dell'interprete: la melodia fluisce naturale come acqua pura.

Il colorato e divertente Billoo Bhayankar introduce sia Billu, il protagonista del film, sia l'atmosfera del suo villaggio. Fisarmonica, banjo, campanelli di biciclette, l'interpretazione birichina di Raghuvir Yadav, ed eccovi serviti: se cercate un sorriso, con questa canzone l'avete trovato...

Conclude il repertorio di tracce originali Khudaya Khair, brano pieno di energia caratterizzato da un fascinoso coro femminile. Purtroppo la canzone sembra non andare oltre il gioioso inizio. Questo è il solo pezzo per cui senza dubbio consiglio l'ascolto della versione reprise: l'interpretazione di Abhijeet regala alla canzone quel vigore extra che sembra mancare all'originale.

Fortunatamente, a parte alcuni pezzi ballabili, Billu offre una manciata di brani che spiccano orgogliosi, pur privi di quell'aura da dancefloor per cui Chakraborty è così famoso. Amanti della vita notturna e ascoltatori diurni, giovani e meno giovani, tutti sicuramente apprezzeranno la colonna sonora anche se per ragioni differenti, ma non è proprio questo che la varietà dovrebbe garantire?

Recensione del film

21 aprile 2009

DELHI-6


Una colonna sonora sorprendentemente fresca, urbana ma anche spirituale: Delhi-6, di A.R. Rahman, tocca una vasta gamma di generi, e il talento del compositore, premiato di recente con l'Oscar, eccelle in ciascuno di essi. L'album diviene così, per l'ascoltatore occidentale, una sorta di introduzione generale al leggendario repertorio del musicista, e, per l'ascoltatore orientale, costituisce un magnifico pezzo da aggiungere alla propria collezione.

Senza dubbio Masakali è il perfetto brano d'apertura per questa colonna sonora: il testo giocoso di Prasoon Joshi prova una volta di più la maestria dell'autore nell'arte di usare il linguaggio vocale come se fosse uno strumento musicale (arte già chiaramente dimostrata in Behka, tratto da Ghajini). Il ritmo ossessivo del tamburo congolese che caratterizza la canzone, l'uso fugace della fisarmonica, ed in particolare lo stile del canto, rilassato e quasi malizioso, di Mohit Chouhan, rendono Masakali una gemma che ipnotizzerà più di un ascoltatore.

Ad un'apertura così leggera e così piacevole, segue il duetto brillantemente eseguito da Kailash Kher e Javed Ali in Arziyan, brano che introduce il tono parzialmente devozionale della colonna sonora. Il brio sufi del pezzo viene bilanciato più avanti dal sereno Aarti, di tradizione hindu, che conduce alla nota spirituale finale dell'album: Noor, una lode alla presenza onnipervasiva di Dio (Amitabh Bachchan regala una breve performance parlata).

Una piacevole sorpresa attende gli appassionati di musica classica indiana: l'ipnotica esecuzione della candida e fascinosa Bhor Bhaye, interpretata dalla giovane Shreya Ghoshal e dalla leggenda della musica Ustad Bale Ghulam Ali Khan.

L'album offre anche un'atmosfera urbana dal sapore funky che impregna le rimanenti canzoni, a cominciare dalla sensuale title-track, Dilli-6, che mescola hindi e francese in un rap che non mancherà di compiacere gli ascoltatori più giovani. A.R. Rahman provvede poi ad ornare la romantica Rehna Tu con il timbro caldo della sua voce: il risultato è un affascinante brano pop che può tranquillamente competere con le migliori canzoni del genere, lasciando però le rivali un passo indietro grazie al finale, una semplice, magnifica melodia eseguita col continuum. I testi di Prasoon Joshi continuano a brillare in Hey Kaala Bandar, pezzo che ricorda un poco Paathshala in Rang De Basanti. Una delle canzoni più intriganti della colonna sonora, secondo la mia modesta opinione, è Dil Gira Dafatan, che si affida ciecamente alla voce dolce e frizzante di Ash King, capace di creare emozioni eteree ed universali. Ultimo ma non meno importante: il repertorio funky dell'album si chiude con Genda Phool, un motivo orecchiabile dal canto rustico, interpretato da Rekha Bhardwaj.

In conclusione: Delhi-6 è un diamante eclettico e raffinato, la cui bellezza può essere universalmente apprezzata. Gli abitanti di Delhi devono certo sentirsi orgogliosi per aver ispirato un tale abbagliante assortimento di brani, tutti eseguiti con grande talento.

Recensione del film