23 aprile 2009

BILLU


Pritam Chakraborty è noto per i suoi successi da classifica, e la colonna sonora di Billu non sfugge a questa dorata reputazione. L'album presenta davvero un gran numero di canzoni ballabili, regalandone anche delle creative versioni remixate.

Per quanto riguarda la tradizione item number, il brano punjabi-sufi Marjaani apre l'album con lo staccato interpretato in modo virile e seducente da Sukhwinder Singh, debitamente accompagnato da Sunidhi Chauhan. Segue Love Mera Hit Hit, che in apparenza copia lo schema da uno dei precedenti successi di Chakraborty: Maujha Hi Maujha tratto da Jab We Met. Il ritmo si ammorbidisce un poco con l'entrata in scena del sensuale reggae You get me rockin' & reeling, eseguito in modo notevole da Neeraj Shridhar che regala un'interpretazione piacevolmente armoniosa. Dopo tanta dolcezza, Ae Aa O purtroppo non impressiona, e il coro ricorda il successo mondiale degli anni ottanta Ti amo di Umberto Tozzi.

Avventurandoci fra i brani meno commerciali della colonna sonora, possiamo cogliere, per la delizia degli appassionati di musica, un assaggio del potenziale di Chakraborty al di là del suo talento da classifica. Il primo apprezzato esempio è Jaoon Kahan, quello che personalmente ritengo il miglior pezzo dell'album: i riff di chitarra e i loop ritmici regalano un affascinante tappeto musicale al talentuoso cantante pachistano Rahat Fateh Ali Khan. Il brano non mancherà di ammaliare gli ascoltatori di tutto il mondo, principalmente grazie alla voce espressiva, lieve e vulnerabile dell'interprete: la melodia fluisce naturale come acqua pura.

Il colorato e divertente Billoo Bhayankar introduce sia Billu, il protagonista del film, sia l'atmosfera del suo villaggio. Fisarmonica, banjo, campanelli di biciclette, l'interpretazione birichina di Raghuvir Yadav, ed eccovi serviti: se cercate un sorriso, con questa canzone l'avete trovato...

Conclude il repertorio di tracce originali Khudaya Khair, brano pieno di energia caratterizzato da un fascinoso coro femminile. Purtroppo la canzone sembra non andare oltre il gioioso inizio. Questo è il solo pezzo per cui senza dubbio consiglio l'ascolto della versione reprise: l'interpretazione di Abhijeet regala alla canzone quel vigore extra che sembra mancare all'originale.

Fortunatamente, a parte alcuni pezzi ballabili, Billu offre una manciata di brani che spiccano orgogliosi, pur privi di quell'aura da dancefloor per cui Chakraborty è così famoso. Amanti della vita notturna e ascoltatori diurni, giovani e meno giovani, tutti sicuramente apprezzeranno la colonna sonora anche se per ragioni differenti, ma non è proprio questo che la varietà dovrebbe garantire?

Recensione del film

21 aprile 2009

DELHI-6


Una colonna sonora sorprendentemente fresca, urbana ma anche spirituale: Delhi-6, di A.R. Rahman, tocca una vasta gamma di generi, e il talento del compositore, premiato di recente con l'Oscar, eccelle in ciascuno di essi. L'album diviene così, per l'ascoltatore occidentale, una sorta di introduzione generale al leggendario repertorio del musicista, e, per l'ascoltatore orientale, costituisce un magnifico pezzo da aggiungere alla propria collezione.

Senza dubbio Masakali è il perfetto brano d'apertura per questa colonna sonora: il testo giocoso di Prasoon Joshi prova una volta di più la maestria dell'autore nell'arte di usare il linguaggio vocale come se fosse uno strumento musicale (arte già chiaramente dimostrata in Behka, tratto da Ghajini). Il ritmo ossessivo del tamburo congolese che caratterizza la canzone, l'uso fugace della fisarmonica, ed in particolare lo stile del canto, rilassato e quasi malizioso, di Mohit Chouhan, rendono Masakali una gemma che ipnotizzerà più di un ascoltatore.

Ad un'apertura così leggera e così piacevole, segue il duetto brillantemente eseguito da Kailash Kher e Javed Ali in Arziyan, brano che introduce il tono parzialmente devozionale della colonna sonora. Il brio sufi del pezzo viene bilanciato più avanti dal sereno Aarti, di tradizione hindu, che conduce alla nota spirituale finale dell'album: Noor, una lode alla presenza onnipervasiva di Dio (Amitabh Bachchan regala una breve performance parlata).

Una piacevole sorpresa attende gli appassionati di musica classica indiana: l'ipnotica esecuzione della candida e fascinosa Bhor Bhaye, interpretata dalla giovane Shreya Ghoshal e dalla leggenda della musica Ustad Bale Ghulam Ali Khan.

L'album offre anche un'atmosfera urbana dal sapore funky che impregna le rimanenti canzoni, a cominciare dalla sensuale title-track, Dilli-6, che mescola hindi e francese in un rap che non mancherà di compiacere gli ascoltatori più giovani. A.R. Rahman provvede poi ad ornare la romantica Rehna Tu con il timbro caldo della sua voce: il risultato è un affascinante brano pop che può tranquillamente competere con le migliori canzoni del genere, lasciando però le rivali un passo indietro grazie al finale, una semplice, magnifica melodia eseguita col continuum. I testi di Prasoon Joshi continuano a brillare in Hey Kaala Bandar, pezzo che ricorda un poco Paathshala in Rang De Basanti. Una delle canzoni più intriganti della colonna sonora, secondo la mia modesta opinione, è Dil Gira Dafatan, che si affida ciecamente alla voce dolce e frizzante di Ash King, capace di creare emozioni eteree ed universali. Ultimo ma non meno importante: il repertorio funky dell'album si chiude con Genda Phool, un motivo orecchiabile dal canto rustico, interpretato da Rekha Bhardwaj.

In conclusione: Delhi-6 è un diamante eclettico e raffinato, la cui bellezza può essere universalmente apprezzata. Gli abitanti di Delhi devono certo sentirsi orgogliosi per aver ispirato un tale abbagliante assortimento di brani, tutti eseguiti con grande talento.

Recensione del film